ACR Principale

Nelle tue mani – Campo nazionale Acr

Antonella, Claudia, Martina e Angela insieme al Presidente Nazionale Giuseppe Notarstefano e alla Responsabile Acr nazionale Annamaria Bongio

Partecipare al campo nazionale è stata un’esperienza unica, che ci ha permesso di apprezzare la voglia di mettersi in gioco, la capacità di sentirsi parte di una grande famiglia e la curiosità di conoscere e conoscersi per arricchire la nostra spiritualità.

Il primo Agosto ci siamo messi in viaggio per intraprendere un percorso che, attraverso varie tappe, ci ha guidati alla riscoperta della dimensione spirituale.

Giunti a destinazione, dopo dieci lunghe ore trascorse tra chiacchiere e sorrisi, ci siamo ritrovati immersi nel verde di Bagni di Nocera Umbra, ma soprattutto nelle attività del campo. Così, subito suddivisi in gruppi, abbiamo riflettuto sulla nostra esperienza di relazione con il Signore nella preghiera, nei vari momenti della nostra vita. Ci siamo chiesti se siamo in grado di raccontare le nostre emozioni a Dio e con quali parole o gesti riusciamo a parlare meglio con lui. Ritornati in plenaria, ogni capogruppo ha riportato quanto emerso, sottolineando come la presenza di Dio in noi possa farci riscoprire note ormai perdute. Attraverso delle slide, abbiamo visto anche le risposte di alcuni acierrini, ai quali era stato chiesto di riflettere sulle stesse domande. Dai loro disegni, frasi e riflessioni è emerso come, seppur piccoli, anche loro ritengano essenziale il rapporto con Dio.

Ma è stato nella serata che abbiamo ricevuto una sorpresa, che ci ha lasciati senza parole: siamo stati stupiti e rapiti dalla presentazione dell’Inno annuale, fatta proprio dai tre ragazzi che lo hanno composto. Tre giovanissimi che ci hanno raccontato di essersi conosciuti in un campo nazionale e come la loro passione per la musica li abbia uniti, spingendoli a dare vita ad una melodia meravigliosa, che racchiude l’essenza di tutta l’iniziativa annuale.

La mattina successiva, venerdì 2 Agosto, abbiamo dialogato con il Presidente nazionale Giuseppe Notarstefano sul tema della spiritualità dell’educatore che è chiamato ad essere discepolo missionario nel percorso di accompagnamento dei più piccoli. La spiritualità è come l’acqua per noi: a volte può arrivare violenta, altre volte lenta, ma è sempre benedetta. La spiritualità ci consente di gustare la vita in pienezza. Per l’educatore è data proprio dalla qualità del tempo trascorso con i ragazzi, che non si misura dalle attività svolte, ma attraverso una cura personale e reciproca. Bisogna coltivare le domande dei piccoli, stupirsi e non avere fretta di rispondere. Essere educatore richiede la pazienza di aspettare e di gioire per le vittorie dell’altro. La spiritualità deve essere anche intesa come comunità, come capacità di riconoscere nell’altro un fratello e costruire con lui relazioni positive.

Nel pomeriggio ci siamo spostati a Spello, presso la Casa San Girolamo. Qui don Francesco Marrapodi ha tenuto un’interessante lectio sul brano dell’anno “Prendi il largo”. Pietro, dopo il miracolo, non solo riconosce i suoi peccati, ma fa una vera e propria confessione di fede. Egli ci mostra di essere disposto ad investire senza paura del fallimento. Ed è così che don Francesco smuove le nostre coscienze rivolgendoci questa domanda: “Quale investimento vogliamo fare nella nostra vita e in che modo vogliamo essere dono?”

Protagonista del brano è la Parola.  Una Parola che ci smaschera, che ci invita a decidere veramente da che parte stare. Dalla Parola siamo stati pescati, siamo stati portati fuori dal male, per essere amati, per seguirla e portarla nel mondo. E proprio per mezzo della Parola, dal fallimento si può arrivare alla gioia vera. Allora don Francesco dà un nuovo titolo al brano: “Il rischio della novità e la fiducia nel costruirla”, proprio per dirci che ogni investimento è un rischio, ma è una fiducia nell’impossibile. Con questa risonanza, siamo invitati a guardare i fallimenti della nostra vita e a fare esperienza di deserto. Ci dirigiamo in un luogo di silenzio, ognuno per conto proprio, muoviamo i nostri passi meditando la Parola solo attraverso i nostri pensieri. Ci perdiamo, ci spogliamo di tutte le cose inutili e lasciamo che nel silenzio l’unico ospite sia lo Spirito. Questo luogo di deserto diventa dunque luogo di ristoro per la nostra anima e la Parola acqua con la quale dissetarsi. Per concludere il nostro momento di deserto, abbiamo pregato sulla tomba di Carlo Carretto e abbiamo celebrato la Santa Messa, presieduta da Fratel Paolo Maria Barducci.

Sabato 3 Agosto a presiedere la Santa Messa è il vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e Foligno, Mons. Domenico Sorrentino. Successivamente, abbiamo approfondito il tema della spiritualità dei piccoli grazie agli interventi di don Michele Gianola e della docente universitaria Alessandra Augelli. I ragazzi non sono scatole da riempire, ma persone con cui entrare in relazione.

Divisi in gruppi, nel pomeriggio, abbiamo intrapreso percorsi laboratoriali che ci hanno permesso di analizzare i diversi strumenti a disposizione dell’educatore per accompagnare i ragazzi. Sono stati messi in evidenza punti di forza e criticità e, attraverso una rappresentazione artistica, sono stati presentati in plenaria tutti i riscontri emersi.

Non sono mancati i momenti belli di condivisione, proprio come quelli del sabato sera, in cui attraverso giochi e rappresentazioni teatrali bizzarre, abbiamo avuto modo di stare in compagnia, conoscerci e farci tantissime risate.

Domenica 4 Agosto, la Santa Messa è stata presieduta da don Francesco e subito dopo è stata presentata l’iniziativa annuale “È la tua parte!”.  Nell’anno della novità, in cui il cammino Acr si focalizza sull’iniziazione al mistero di Gesù e i ragazzi sono chiamati a rispondere ad una domanda di originalità e unicità, l’ambientazione è il cinema: un luogo dove regnano l’immaginazione e l’estrosità. Dietro ad un film c’è il lavoro di tante persone che, in modi e tempi diversi, contribuiscono a creare un’opera unica. Attraverso le varie fasi di produzione, ognuno scoprirà che è prezioso ed è un dono per gli altri, se riesce a mettere in campo i talenti che il Signore gli ha donato.

Per concludere, Annamaria Bongio, responsabile nazionale Acr, ha tirato le somme dei quattro giorni di campo: c’è un legame indissolubile tra vita e spiritualità, tra la nostra storia e la presenza di Dio. Gesù non ci chiede di essere diversi da ciò che siamo, ma è fedele alla nostra vita così com’è. E la nostra vita è un luogo abitato da Dio.

Con queste riflessioni è terminato il Campo Nazionale, che ci ha permesso di meditare, di fare discernimento, ma anche di conoscere tante belle persone che porteremo nel cuore durante il cammino della nostra vita.

 

Martina Chirivì

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