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Prendiamo il largo! Inizio anno associativo

È stato un weekend ricco, vero e autentico. Uno di quei weekend che andrebbero segnati di rosso sul calendario, perché nelle giornate del 14 e del 15 settembre tanti sono stati i volti incontrati, le mani strette, i sorrisi condivisi, gli abbracci scambiati, le parole spezzate. Il nostro Vescovo Fernando, la presidenza diocesana, i Presidenti e gli Assistenti parrocchiali, i Vice presidenti del Settore Adulti, del Settore Giovani, i Responsabili Acr, i ragazzi del Movimento Studenti, le équipe diocesane: eravamo tutti lì. Ed eravamo tanti. Eravamo pronti a rendere grazie e a mettere i primi mattoncini di quest’anno associativo che va aprendosi, certi che – come ci ricordava Don Camillo durante la Santa Messa – i nostri piedi vanno messi dove li mette il Signore. Così si è discepoli.

La giornata di sabato 14 settembre si è aperta con un incontro bello, desiderato, di comunione, corresponsabilità e complementarietà delle vocazioni comuni tra laici e presbiteri: alla presenza di Sua Eccellenza Mons. Fernando Filograna, gli assistenti presenti hanno riflettuto insieme su come l’Azione Cattolica debba avere sempre di più il carisma della regia, affinando la capacità di possedere uno sguardo d’insieme sulle cose e di armonizzare con le altre realtà parrocchiali nell’ottica della comunione e dell’aggregazione. Fondamentali le parole del nostro Vescovo, il quale ha avuto a cuore il desiderio di evidenziare l’importanza del protagonismo dei laici e del lavoro comune e sinodale tra laici e presbiteri.

Nel pomeriggio si son riuniti i Presidenti parrocchiali. Le introduzioni di Maria Luisa, Presidente Diocesana, hanno accarezzato questa scelta di dedicare un primo momento solo ai presidenti, perché uomini e donne, scelti e scelte tra gli altri, a compiere questo servizio all’Ac e alla Chiesa. Successivamente Don Tony ha sottolineato quali posture deve assumere un buon presidente. Come tali, prima di esser in grado di dar da mangiare agli altri, i presidenti parrocchiali devono esser uomini e donne capaci di risentire nel cuore ciò che alimenta il proprio operato, capaci di silenzio e di passi indietro per vedere bene la realtà e ancor di più persone che hanno il coraggio di scendere dalla barca, dal luogo della sicurezza per provare a toccare con mano l’umore e la vita della gente, proprio come fece il Signore, il quale scese dalla barca e ne ebbe compassione (Mt 14, 14).

Domenica mattina l’incontro ha avuto inizio con un breve momento di preghiera volto a rendere grazie al Signore per la bellezza di questo nuovo inizio. Don Stefano ha spezzato per noi e con noi la Parola, portandoci a riflettere sull’icona biblica dell’anno (Lc 5, 1 – 11). Alcune sue parole hanno mosso i nostri animi: quando il Signore tocca la nostra vita, desidera toccarla nella sua interezza e desidera chiederci un di più, che non è frutto del nostro essere migliori di altri, bensì del nostro avere una vita ferma, bloccata, disastrata, vicina all’abisso, dal cui il Signore ci attende. Sì, perché anche nel peccato, nella fatica, in quelle parti di noi che riteniamo inqualificabili, il Signore tira fuori una pesca abbondante, Lui fa fiorire le cose. Nella Sua grandezza, poi, quando le cose ci sfuggono, quando le reti rischiano di rompersi, ci chiede di non tirare da soli, ma di volgere lo sguardo accanto e di accorgerci che ci sono altre barche. Il Signore, che chiede tanto a ciascuno di noi, dona in abbondanza.

Insieme abbiamo poi celebrato la Santa Messa, presieduta da Don Camillo De Lazzari, col desiderio di rendere grazie al Signore per gli anni in cui lui ha camminato insieme a noi accompagnando il Settore Adulti. Dopo aver condiviso il pranzo ed un momento di fraternità, il pomeriggio è proseguito divisi per Settori, Articolazione e Movimenti. Sono state presentate le linee programmatiche specifiche e gli appuntamenti annuali che ci vedono direttamente coinvolti o che abbracciano i nostri soci, dal più piccolo al più grande.

E allora, riprendendo le parole pronunciate da Don Camillo durante l’Omelia: Chi sono io per te? E accogliendo e rispondendo a questa domanda, interrogativo tipico di chi è innamorato, con Pietro e con la Chiesa, noi ci definiamo come Azione Cattolica: riconoscendo la verità di Cristo, riconoscendo la verità della Chiesa, ci riconosciamo come battezzati e come laici di Ac, come fratelli e sorelle “che si conoscono, si vogliono bene, che lavorano insieme nel nome del Signore, che sono amici.Così si è discepoli.

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