Questo momento formativo nasce dall’avvicinarsi di due importanti momenti: il primo sono i 70 anni della nostra Costituzione italiana, il secondo sono le Elezioni politiche che si terranno tra esattamente un mese.
Dopo il primo momento formativo di novembre dedicato agli educatori, alla passione educativa e su come rilanciare il l’impegno educativo in associazione; in questo secondo momento, anche in linea con gli orientamenti triennali che ci siamo dati come Settore giovani, vogliamo dedicarci insieme a voi al tema del bene comune.
Ma anche qui la passione non può e non deve andare in secondo piano: crediamo fortemente che ad un giovane e un giovanissimo di AC deve stare a cuore ciò che gli succede intorno, crediamo fortemente che le elezioni politiche sono un momento talmente importante per la vita di tutti che non possono non interpellare un giovane di AC in prima persona.
La proposta associativa porta scritta nel suo DNA la centralità della formazione al bene comune perché intrinseca nella doppia cittadinanza che vive un laico battezzato. Un impegno che è principalmente apertura verso l’altro. È questa apertura che ci cambia la vita!
“In AC abbiamo imparato che terra e cielo non si possono separare. Abbiamo imparato che la terra senza il cielo è come un tunnel senza uscita, un panorama senza orizzonte, un presente senza speranza. Abbiamo anche imparato che il cielo senza la terra è come una promessa non mantenuta, è come la Parola senza l’azione, come il verbo “amare” lasciato all’infinito, senza nessuno che sappia coniugarlo.”
Abbiamo bisogno di continuare a tenere stretta la terra e il cielo, in un abbraccio profondamente umano.
Per questo abbiamo deciso di dedicare questo momento formativo alla rilettura di alcuni articoli della nostra Costituzione, facendo però un duplice sforzo: il primo è quello di declinare la nostra Costituzione con la Dottrina Sociale della Chiesa, ricchissima e faro grande per noi cristiani rispetto al tema della convivenza civile; il secondo è provare a dare alcune idee su come temi grandi – come possono essere la tutela dell’ambiente, il diritto alla salute e il ripudio della guerra – possono diventare percorsi concreti per i nostri gruppi giovani e giovanissimi (li troverete allegati giù nell’articolo). L’equipe si è perciò sforzata di offrirvi nei tre laboratori che sintetizziamo di seguito un approfondimento sui temi e un’idea di incontro che potrete esportare nelle vostre realtà, o usare come spunto.
Nel laboratorio dedicato all’art. 9 della Costituzione, ci si è soffermato sulla delicata tematica della tutela dell’ambiente e del patrimonio culturale, cogliendo la speciale relazione che vige tra l’uomo e la natura.
Si è introdotto il tema con la visione di un video che, grazie al commento appassionato di Roberto Benigni all’art. 9 Cost., è stato strumento per riflettere sulla bellezza del nostro Paese, spesso vittima di sfruttamento e di abusi. Stimolati dalle parole e dalle immagini, si è aperto un breve momento di riflessione personale e di condivisione in gruppo.
Il tema della tutela dell’ambiente, infatti, nonostante possa essere sentito a primo impatto come astratto e legato a dinamiche complesse, in realtà ci riguarda da vicino. Urgente è il pericolo di danneggiare in modo irreversibile il paesaggio, compromettendo anche la salute stessa, e di privare le generazioni future dell’integrità di un bene inestimabile. Ci si è messi, poi, in gioco attraverso l’attività “Tabù”, riadattata con lo specifico intento di valorizzare i punti di forza e le meraviglie dei nostri territori, per non correre il rischio di vederne solo i tratti negativi.
Quindi, si è concluso il laboratorio focalizzando l’attenzione, attraverso l’ausilio di alcune slide, sulla dottrina sociale della Chiesa in riferimento alla cura del Creato, riscoprendo le parole dell’Enciclica Laudato Si’ di Papa Francesco. A margine dell’incontro si è fornito il materiale utile (che trovi di seguito) per poter approfondire l’argomento, attraverso l’indicazione di documenti e di proposte di attività, nella consapevolezza dell’importanza di educare i giovani e i giovanissimi alla riscoperta di una “vocazione ambientale”.
Il laboratorio “Ripudio della guerra e solidarietà” partendo da un’attenta analisi dell’articolo 11 della Costituzione ha snocciolato il tema della pace: il ripudio della guerra è accolto dal costituente come reazione alle esperienze belliche della prima e seconda guerra mondiale; su tale scia si pone anche l’aspirazione ad una condizione di pace e giustizia tra gli stati accettando limitazioni di sovranità e promuovendo le organizzazioni internazionali, espressioni di principi condivisi dall’ordinamento.
Il nostro paese, infatti, si impegna a partecipare alle organizzazioni internazionali che promuovono la pace e la giustizia fra i popoli. L’impegno che si è assunto la nostra Repubblica, fin dalla sua nascita, è stato di partecipare alla creazione di un ordinamento mondiale più giusto, che potesse esprimere quei valori fondamentali, considerati come cardine della vita democratica.
Cristo, entrato nella storia per donarci la possibilità di avere «un cuore nuovo» e «uno spirito nuovo» (cfr Ez 36,26), ci insegna che la pace non è un sogno, non è un’utopia: è possibile. I nostri occhi però devono vedere più in profondità, sotto la superficie delle apparenze e dei fenomeni, per scorgere una realtà positiva che esiste nei cuori, perché ogni uomo è creato ad immagine di Dio e può contribuire all’edificazione di un mondo nuovo.
Emerge, la necessità di proporre e promuovere una pedagogia della pace. Essa richiede una ricca vita interiore, chiari e validi riferimenti morali, atteggiamenti e stili di vita appropriati.
Difatti, le opere di pace concorrono a realizzare il bene comune e creano l’interesse per la pace, educando ad essa. Pensieri, parole e gesti di pace creano una mentalità e una cultura della pace, un’atmosfera di rispetto, di onestà e di cordialità. Bisogna, allora, insegnare agli uomini ad amarsi e a educarsi alla pace, e a vivere con benevolenza, più che con semplice tolleranza. Incoraggiamento fondamentale è quello di «dire no alla vendetta, di riconoscere i propri torti, di accettare le scuse senza cercarle, e infine di perdonare», in modo che gli sbagli e le offese possano essere riconosciuti in verità per avanzare insieme verso la riconciliazione.
Il laboratorio, infine, ha presentato quelli che sono i modi tramite i quali la Chiesa si impegna a favore della Pace.
Prima di qualsiasi atto pratico, la Chiesa PREGA per la pace: la preghiera ha la forza di cambiare il mondo e nel suo annuncio la Chiesa non smette di chiedere la pace e di impegnare i cristiani a fare lo stesso. Inoltre, nei 180 Paesi nei quali è rappresentata diplomaticamente dalla Santa Sede, la Chiesa fa tutto il possibile per fondare la pace e per contribuire alla tutela della pace. La Chiesa si impegna per i diritti umani (per esempio, la libertà religiosa o la difesa della vita), sollecita al disarmo ed esorta allo sviluppo economico e sociale per creare la base di una convivenza pacifica nella società. La Santa Sede invia anche mediatori nelle regioni in crisi o consiglia e media dietro le quinte in situazioni di crisi.
Nel laboratorio si è proposto un gioco basato sul “Dilemma del prigioniero” di John Nash per poi innescare una discussione vera sulle dinamiche reali che venivano fuori dallo svolgimento del gioco.
Viene consegnato anche un libretto con i documenti utili ad approfondire il tema.
Il laboratorio ha avuto come obiettivo principale quello di riflettere sul diritto alla salute partendo dall’art. 32 della Costituzione e dagli aspetti di carattere giuridico per giungere ad un’attenta riflessione sui numerosi documenti della Chiesa Cattolica.
Dopo la visione di un breve video per introdurre il tema, la riflessione si è spostata su tre grandi argomenti strettamente legati al diritto alla salute: l’eutanasia, l’aborto e le vaccinazioni.
Ogni partecipante, attraverso alcuni giochi di ruolo, si è dovuto immedesimare nella vita dei personaggi indicati nelle attività per poi elaborare delle possibili soluzioni alle storie prese in esame.
Insieme abbiamo riflettuto e condiviso, per ogni tematica, sia gli aspetti giuridici nonché i numerosi principi contenuti nei documenti della Chiesa Cattolica.
Infatti i diritti e i valori inerenti alla persona umana occupano un posto importante nella tutela della salute. Al riguardo, il Concilio Ecumenico Vaticano II ha solennemente riaffermato l’eccellente dignità della persona umana e in modo particolare il suo diritto alla vita. Ha perciò denunciato i crimini contro la vita “come ogni specie di omicidio, il genocidio, l’aborto, l’eutanasia e lo stesso suicidio volontario” (Gaudium et Spes, 27).
I lavori si sono conclusi con la condivisione di un documento della Pontificia Accademia per la vita e rivolto a tutti coloro che ripongono la loro fede e la loro speranza in Cristo, il quale, mediante la sua vita, la sua morte e la sua risurrezione, ha dato un nuovo significato all’esistenza e soprattutto alla morte del cristiano, secondo le parole di San Paolo: “Sia che viviamo, viviamo per il Signore; sia che moriamo, moriamo per il Signore. Quindi, sia che viviamo, sia che moriamo siamo del Signore” (Rm 14,8; cf. Fil 1,20).
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