Settore Giovani

Niente può superare ciò che ci dicono gli occhi – Modulo nazionale 2018

di Andrea Santantonio*

“Nessun linguaggio dell’amore umano
può superare ciò che ci dicono gli occhi”

– Mons. Gualtiero Sigismondi

Un modulo nazionale che parla di sguardi e di occhi, perché questi sono i modi e gli strumenti che abbiamo per comunicare la nostra passione. Eccoci al primo modulo nazionale del triennio per vice-presidenti giovani, segretari MSAC e assistenti diocesani. Una grande partecipazione, da tutta Italia a Roma, per iniziare questo triennio guardandoci in faccia e ponendo l’attenzione sulla nostra passione associativa.

Come sempre, un calendario fitto di incontri e momenti di confronto. La prima proposta formativa è stata a cura di Mons. Gualtiero Sigismondi, assistente generale dell’Azione Cattolica, che partendo dall’icona del giovane ricco (Marco 10,17-22) ci ha richiamato sul senso vero della “passione”. All’inizio del suo intervento, si è divertito presentandoci un acrostico della parola PASSIONE.

P come progettare, un giovane è colui che sa iniziare processi, che sa guardare avanti con audacia.

A come aspirare, da non confondere con aspirazione… richiama il senso di “riempirsi di aria”, aria buona e nuova.

S come sognare, che per noi è una sorta di ponte tra il pensare e il fare.

S come sperare, un atteggiamento fondamentale del cristiano. Ma ricordiamoci che nemico della speranza è l’ansia del fare le cose. Trasformarci in “prigionieri della speranza” (cfr. Zaccaria 9,12) invece molto spesso ne siamo carcerieri, la incateniamo e la blocchiamo.

I di innovare, saper cercare cose nuove e cose antiche. Una persona che innova non si ciba né di utopie né di nostalgie ma di profezie.

O di osservare: lo sguardo è il primo incontro. La passione tra due innamorati nasce prima di tutto negli occhi e poi nel cuore.

N per nuotare, e con noi giovani ci sta: nuotando si sperimenta infatti la fatica della libertà. E uno che ha passione sperimenta quella grande fatica dell’andare a volte anche contro la corrente, contro i cavalloni, ma ha una carica enorme di libertà nelle braccia per affrontarli.

E per entusiasmare. Chi è entusiasta della vita, nonostante la sofferenza che ha nel cuore, non spegne mai la sua serenità. Uno che ha passione non tira a campare, ma lo si vede in faccia dal suo entusiasmo.

Il giovane ricco è uno che non ha passione, perché pensa che la vita eterna sia qualcosa da ereditare. È da apprezzare la sua sincerità però: non prende in giro il Maestro e questo è invece un tratto bello del giovane del Vangelo. Non ci può essere infatti fedeltà a qualcuno se non c’è lealtà.

D’altronde il verbo che deve essere associato all’amore è lo stare, non il fare. Lo dice anche S. Paolo, “chi sta nell’amore”. Perciò i comandamenti sono importanti perché punti di riferimento che ci aiutano a stare nell’amore di Dio.

Dio ci vuole educare alla vera libertà, non vuole che ci alieniamo nel seguirlo, non vuole che ci limitiamo nella nostra libertà per seguirlo, ma ci educa ad usarla. Anche nel rapporto di coppia, dovete amare la libertà dell’altro.

Ma come si fa a capire se un progetto è per noi?

Mons. Sigismondi continua nell’invitarci ad allenare la nostra libertà. Se siamo felici in ciò che facciamo vuol dire che stiamo vivendo liberi. La felicità è la spia della libertà.

Poi, il vescovo, ci aiutato a fissare l’attenzione sugli sguardi di Gesù e del giovane: “Nessun linguaggio dell’amore umano può superare ciò che ci dicono gli occhi”. È lo sguardo di Gesù che ci inquieta, che ci dà una salutare inquietudine. Il Signore sa leggere il silenzio di quest’uomo a cui dice solo una cosa: “vendi tutto quello che hai”.

Ma davanti alla nostra libertà il Signore non ha fretta, ci concede sempre il ricorso ai “tempi supplementari”: “poi… vieni e seguimi”. Però, non bisogna rinviare, ma scegliere! Uno che ha passione sa decidere, non si fa guidare dal “poi si vedrà”. Lo si può seguire solo se lo si sceglie. Il Signore sollecita ad una scelta ed è necessario scegliere per non rischiare l’immobilismo che paralizza la vita.

Quello che colpisce è che il Signore adopera con il giovane una correzione fraterna straordinaria e per farlo utilizza tre strumenti che dovremmo tenere sempre ben presenti:

  1. la Non ci sono altri in questa scena. Se io ho un’amarezza verso qualcuno mai dirla agli altri ma dirla direttamente al diretto interessato. Il dirlo agli altri è la strada maestra per la mormorazione.
  2. la Non si può iniziare a correggere fin quando il nostro cuore non è in pace. Posso correggere qualcuno solo se sono nella calma per non rischiare di prendermi delle rivincite. Scatta il verde solo quando io riesco a fermarmi e ripensare meglio gli occhi della persona che voglio correggere.
  3. la Ci vuole precisione nella correzione fraterna, non c’è bisogno di girare intorno al problema. Perciò non si può correggere con la “pacca sulla spalla” ma guardando negli occhi e dicendo precisamente ciò che vogliamo dire.

Fatto questo, il giovane si rese scuro in volto, volto reso scuro ancora una volta dagli occhi. Gli occhi di una persona scura sono uguali a quelli di una persona annoiata: quando c’è noia si sta avvicinando la nausea della vita. Ci viene mostrato inoltre un giovane che non sa osare con audacia. Ma un giovane che non osa è già morto perché non sa decidersi nel riconoscere che non è bene tenere per sé la propria vita.

Bisogna aprire la propria vita. Aprire è l’infinito del verbo amare. Come fai ad amare se non apri i tuoi sentimenti, il tuo cuore? Aprire è lo sguardo che ci chiede di vedere, di fissare l’appuntamento con il Signore, amare l’amore divino che abita la vita… così cade ogni timore.

“Se si vive amando, anche la fatica trasuda bellezza” ci dice Papa Francesco. Nella vita non ci devono essere angoli per avere delle pretese ma dobbiamo lasciare spazio alle sorprese dell’amore di Dio. Non pretese ma sorprese. Perciò la giovinezza è il tempo della passione, in cui maturano le scelte fondamentali della vita.

“Guardatevi dell’accidia” ci dice Sigismondi, dal “lasciami stare…” perché è una tentazione sempre in agguato. L’impegno della nostra vita è quello di donarla.

Conclude dicendoci: “Lo stato della nostra vita è rivelato dai nostri occhi. Chiediamo al Signore che distilli le nostre lacrime affinché diventino collirio ma anche inchiostro per scrivere una vita piena di speranza.”

 

Dopo questo primo momento di introspezione personale – alla catechesi è infatti seguito un periodo di deserto – il pomeriggio si è caratterizzato invece da alcuni laboratori tematici. Personalmente ho partecipato a “Vice e comunicazioni” e “Vice, Chiesa diocesana e parrocchie”. In questi laboratori oltre a condividere le fatiche ci siamo anche detti delle buone prassi da seguire che non riporto nella seguente sintesi in quanto già sintetizzate dal centro nazionale nel file che allego.

La mattina dell’ultimo giorno invece, ci sono state due mini-conferenze sui temi “Giovani e fede” e “Giovanissimi e fede”. Ho partecipato al miniconvegno sui giovanissimi dove vi è stato l’intervento di Luca Micelli, professore, già consigliere nazionale. È emerso come è un falso mito il credere che i giovanissimi non abbiamo un desiderio di spiritualità. Spesso siamo noi che non riusciamo a comunicare a loro o rimaniamo schiavi di paradigmi vecchi. I rapporti dei centri studi nazionali su “giovani e fede” ci dipingono da un lato un mondo giovanile meno avvezzo alla pratica religiosa dall’alto però emerge ancora una larga maggioranza che è alla ricerca di un’entità superiore. In questo contesto ci è stata presentata l’esperienza delle Settimane di Condivisione della Pastorale giovanile di Senigallia che consiste in un’esperienza di fede condivisa all’interno del gruppo classe grazie all’intermediazione degli insegnanti di religione. Sono solitamente coinvolte le classi terze della scuola superiore. L’esperienza dura da 12 anni ed è divenuta un vero e proprio appuntamento atteso dai ragazzi. Anche qui allego una relazione più approfondita fornita dal centro nazionale.

 

*vice presidente diocesano per il Settore giovani

Scrivi un commento...

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.