4 Luglio 1925 – 4 Luglio 2025
“Le amicizie terrene producono al nostro cuore dolori
per l’allontanamento di coloro che amiamo,
ma io vorrei che noi giurassimo un patto
che non conosce confini terreni né limiti temporali:
l’unione nella preghiera.”
Il 4 luglio di 100 anni fa, Pier Giorgio Frassati chiudeva la sua vita terrena. Noi abbiamo rivissuto la bellezza della sua vita qualche giorno fa, in occasione dell’iniziativa del Settore Adulti diocesano “In… chiostri spirituali” in compagnia di don Luca Bertarelli, parroco di Pollone. Il racconto di Luigi Camisa, consigliere diocesano.
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Mentre gli ultimi raggi del sole illuminano il chiostro del convento di S. Maria la Nova di Racale, sempre più nitida si staglia l’immagine, proiettata su uno schermo, di un giovane scalatore: è Pier Giorgio Frassati, che sarà canonizzato il prossimo 7 settembre. “In…Chiostri spirituali” conosce così il 30 giugno la tappa finale di un cammino che ha visto nascere un gruppo di lettura, composto da soci di Azione Cattolica della forania di S. Maria Madre della Chiesa, per approfondire la biografia e l’attualità del prossimo santo. A rispondere alle domande c’è don Luca Bertarelli, parroco di Pollone e assistente del settore Giovani della regione Piemonte – Valle d’Aosta.
Pier Giorgio è un inno alla ricerca della felicità, uscendo da se stessi e dalla mediocrità di una vita da spettatori. Don Luca, sollecitato dagli interventi, fa emergere la poliedricità dell’uomo delle otto beatitudini, come lo definì San Giovanni Paolo II. Frassati sin da ragazzo cura la sua formazione spirituale e vive, alla luce della fede in Gesù, tutte le dimensioni dell’esistenza: lo studio, l’affettività, il servizio ai poveri, l’impegno in politica, la passione per la montagna e lo sport, il divertimento e la festa. Risuonano le sue parole: “vivere senza una fede, senza un patrimonio da difendere, senza sostenere in una continua lotta la Verità, non è vivere, ma vivacchiare”. Siamo guidati, ripercorrendo gli aneddoti della vita, a cogliere la concretezza del messaggio di Frassati. Appena tredicenne il suo cuore trabocca di gioia contagiosa, quando comunica a Padre Lombardi che ha il permesso di poter partecipare quotidianamente all’Eucaristia. Con grande discrezione, senza rivelare l’appartenenza ad una famiglia benestante e nota a Torino, infatti il padre Alfredo è fondatore del giornale “La Stampa” e senatore, si fa amico dei più poveri e motiva questa attenzione: “Gesù mi fa visita ogni mattina nell’Eucaristia e io gliela restituisco”. Da universitario si iscrive ad Ingegneria a Torino e poi sceglie il corso di mineraria perché desidera poter migliorare le condizioni di lavoro dei minatori. E’ membro del circolo Balbo della Fuci, intessendo relazioni di limpida amicizia con tutti. Pier Giorgio ama la montagna, per questo organizza escursioni in cui non mancano momenti di preghiera, d’altronde ha sempre con sé il rosario. Si impegna in politica tesserandosi con il Partito Popolare Italiano di don Sturzo e con coraggio si oppone al fascismo, sventando anche un tentativo di aggressione nella sua casa.
Don Luca sostiene che la testimonianza di Frassati ha una forte capacità attrattiva per la sua radicalità, che, a differenza del fondamentalismo, attinge dalla fonte della fede per incarnarsi nella storia, per radicarsi nel tessuto sociale, facendo proprio lo sguardo dell’ultimo. Fitta e corposa è la corrispondenza con la sorella Luciana e con tanti suoi amici, con i quali fonda la “Società dei tipi loschi”, un modo goliardico per curare le relazioni del suo gruppo, concedendosi momenti di puro divertimento e festosa gioia di vivere. Pier Giorgio è un giovane libero, per questo sa compiere anche delle rinunce, come quella all’amore per Laura (mai dichiarato), dopo un sereno discernimento.
Alla fine il cuore è colmo di gratitudine, ora tocca a noi orientare i sentieri ordinari dell’esistenza, senza paura degli inciampi, “verso l’alto”.
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