di Piergiorgio Mazzotta e Romina Marulli
I lavori del Convegno nazionale per il Settore adulti, dello scorso 23-25 giugno 2017 sono terminati con la partecipazione alla Celebrazione Eucaristica presieduta da S.E. Rev.ma Mons. Gualtiero SIGISMONDI, assistente ecclesiastico nazionale dell’AC
Durante l’omelia il nostro Assistente ecclesiastico generale ci ha spronato a considerare come le letture che la Liturgia del giorno affida alla nostra riflessione (Ger 20,10-13; Rm 5,12-15; Mt 10,26-33) ci invitano tutte a non temere, a non avere paura …
Nel Vangelo, in particolare, il Signore ci invita a riconoscerlo davanti agli uomini. Per rimanere fedeli a questa vocazione è necessario vincere ogni paura. Paura i cui sintomi sono la chiusura in sé stessi e l’incapacità di annunciare la verità tutta intera.
La causa della paura è la mancanza di fede in Dio, ed allo stesso tempo, dunque, l’antidoto alla paura è la fede in Dio, che ci chiede di riconoscerlo davanti agli uomini … sulle terrazze.
Poniamoci, allora, questa domanda: Quali sono le terrazze su cui l’Azione Cattolica è chiamata a salire per annunciare il Vangelo senza paura?
E’ inevitabile il riferimento a Pietro. Quante paure hanno bloccato il suo percorso? Quante volte ha cercato di fermare il Signore? … ci ha provato, persino, sul Tabor … fino a quando non si è finalmente deciso a prendere la mano del Signore ed ha vinto la paura, dicendo “Signore, salvami!”
Anche nell’ora della Croce, Pietro ha avuto paura, ma l’ha vinta in un pianto amaro di lacrime. Quando in un momento di paura si arriva alle lacrime, vuol dire che una breccia sta per aprirsi.
Ed allora, quali sono le paure che dobbiamo vincere per poter annunciare il Vangelo sulle terrazze, per riconoscere il Signore davanti agli uomini?
Occorre innanzitutto alzare gli occhi, guardare i campi che già biondeggiano. La pagina della Samaritana può aprirci la strada: è il Signore che semina. A noi il compito di mietere. Alzando gli occhi è il primo gesto.
Perché soltanto alzando gli occhi possiamo accorgerci dell’opera mirabile che il Signore ha compiuto laddove il nostro cuore e la nostra mente non osano arrivare.
Occorre avere, poi, lo stesso atteggiamento di Filippo con l’eunuco Etiope, funzionario di Candace, il quale si avvicina con dolcezza e rispetto, si lascia guidare dallo Spirito, svolge il suo compito senza dimenticare che è lo Spirito che dà a ciascuno l’appuntamento con la grazia di Dio. E’ Lui che precede, accompagna e segue il nostro cammino!
Per annunciare il Vangelo sulle terrazze, occorre, ancora, avere l’audacia di far suscitare nel cuore la domanda che il Signore stesso ha posto nei due discepoli di Giovanni il Battista … che cercate?
E’ questa la grande domanda da cui dipendono tutte le risposte, è l’interrogativo che annunciando il Vangelo dalle terrazze, dobbiamo suscitare.
Ed infine c’è un altro atteggiamento da assumere, quello indicatoci da Giovanni il Battista: “Lui deve crescere, io diminuire”. Papa Francesco ci ricorda continuamente una espressione cara al suo predecessore, Benedetto XVI: “La Chiesa non cresce per proselitismo, ma per attrazione”. Il suono della grazia di Dio precede ogni umana risposta.
A noi il compito di scoprirlo, di identificarla, di accompagnare il processo di crescita di cui il Signore ha l’esclusiva dell’iniziativa.
Quali sono le terrazze su cui dobbiamo salire? …
E’ la grande domanda che all’inizio di questo triennio dobbiamo porci, chiedendo al Signore la grazia non solo di vedere con chiarezza quali sono queste terrazze, ma anche l’umiltà e l’audacia di salirvi …
… I campi già biondeggiano per la mietitura!
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