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GIORNATA INTERNAZIONALE PER L’ELIMINAZIONE DELLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE: Per tutte, da tutti.

 

Delle ultime ore della povera Giulia, abbiamo saputo di tutto, in questi giorni.
Abbiamo visto di tutto, ascoltato di tutto. Ci hanno descritto, nei dettagli, tutto quello che le è stato fatto. Senza tralasciare nulla, senza riserve. Quanti passi, prima e dopo la morte. In quale posto, prima e dopo la morte. E poi la macchina, i chilometri fatti, le cose dette, le azioni compiute. Il desiderio di libertà, ma poi anche la paura di lasciare. La ferocia e la paura, l’assenza di rimorso ed il coraggio.
Ci siamo ancora visti esperti nel raccontare la morte, nel cercare ogni piccolo particolare che raccontasse le ultime ore di vita di una donna. Uccisa dalla follia di un uomo.
Pagine su pagine, indagini su indagini, articoli su articoli, trasmissioni su trasmissioni.
Abbiamo chiesto alla scuola di fare educazione all’affettività e poi alla famiglia di educare i figli maschi; abbiamo detto che c’è bisogno di corsi speciali per insegnare cosa si dovrebbe o non si dovrebbe fare; abbiamo visto, ascoltato e letto politici capaci di perentoria oratoria, ma disinteressati alle leggi, ai decreti, alle discussioni, alle occasioni che mettono in circolo azioni concrete, scelte di cuore, passi di senso.
Ecco sappiamo tutto. Forse sappiamo anche troppo.
Ma sapere tutto e poi restare fermi non serve a nulla. Noi vogliamo dare gambe a tutto questo sapere, vogliamo agire, fare dei passi, trovare parole belle che possano raccontare nei minimi dettagli le vite e non le morti, vogliamo trovare fiato per raccontare tutti gli orizzonti che un amore può aprire.
Vogliamo dire che l’amore ha sempre a che fare con la libertà e mai con il possesso, che avere una relazione non chiude le porte all’amicizia, al divertimento, alla bellezza degli amici. Vogliamo dire che l’amore ha a che fare con l’intensità di toccare un cuore, prima di toccare un corpo, con l’accuratezza di rispettare gli spazi, le scelte, i silenzi e la voce di ciascuno.
Vogliamo trovare parole vere, di senso, cariche di significato. Vogliamo impegnarci a trovare parole che dicano il rispetto e non la vendetta. Vogliamo che nell’asfalto della storia resti tutto il bello di Giulia, della sua vita e della vita di ogni donna.
Non vogliamo, con tutte le nostre forze, né la pena di morte, né la riapertura dei manicomi. Vogliamo solo che nel cuore di tutti ci sia la capacità di accogliere, di amare, di prendere coscienza che l’altro è altro da noi e di non chiamare mostro nessuno.
Noi vogliamo lasciarci guidare dall’amore che è futuro anteriore: ci precede, perché crediamo che attribuisca il senso alla nostra esistenza, ma è tutto da costruire, lentamente, fino ad impregnarsi di quell’Amore divino che abbraccia tutti e non trattiene nessuno.
Vogliamo farci ispirare dal Vangelo, dalle donne e dagli uomini che cercano soluzioni e non da chi grida più forte o da chi la spara più grossa, vogliamo dire ad ogni uomo che i no vanno accettati, che le differenze, i dinieghi e l’alterità son cose sacre.

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