Principale

Per camminare da risorti

 

di Piergiorgio Mazzotta*

“Cristo mia speranza è risorto.” (dalla Sequenza) Per camminare da risorti.

Questa la traccia di riflessione del ritiro spirituale che come membri diocesani di Consiglio ed Equipe di Settori, Articolazione e Movimenti abbiamo vissuto a Santa Cesarea Terme, presso l’Oasi Martiri Idruntini, nel fine settimana della seconda Domenica di Pasqua, quella cosiddetta in Albis e della Divina Misericordia.
Magistralmente guidati dal nostro Assistente adulti, Don Camillo De Lazzari, i nostri compagni di strada in questo cammino sono stati alcuni dei primissimi testimoni della Resurrezione di Cristo.

La prima, naturalmente, colei che innesca il movimento di tutti. Maria di Magdala o, come anche detta, la Maddalena, ci ha aiutato a rievocare i nostri desideri di incontro, il ricordo di tempi belli. Ma anche i cammini interrotti, i profumi, le gioie e i desideri che non sentiamo/proviamo più.
Anche noi possiamo accorgerci all’improvviso di essere distanti dal Signore e ci sentiamo morire. Anche noi come Maria, come la sposa del Cantico dei Cantici, dinanzi a quel vuoto abbiamo due possibilità: restare fermi, sprofondando nella disperazione, o ripartire esattamente dal punto in cui siamo, mettersi in movimento, vivere un nuovo inizio, cercando ancora più in profondità. Lei sceglie di uscire. Forse per questo il Signore talvolta si nasconde. Per costringerci ad uscire dalle situazioni che stagnano. Per esprimere le nostre potenzialità.

Il primo a credere, Giovanni. “Vide e credette”. Gli altri faticano molto di più. Il discepolo amato, colui che si è sentito amato o, forse meglio, soprattutto colui che si è lasciato amare dal Signore, ci ha insegnato proprio questo: lasciarsi amare dal Signore. Non è facile. Spesso noi resistiamo. Su noi stessi, pensiamo di saperne più di Dio stesso che ci ha creati. Giovanni intuisce qualcosa e gli basta per credere, a differenza di Pietro.

Pietro è l’immagine di una fede stanca, ferita dal tradimento. Chi sa quante volte glielo hanno rinfacciato, anche nel silenzio del cuore. Come Pietro, anche noi abbiamo bisogno di un percorso di riconciliazione da compiere. Finché non si lascia amare, guarire, riconciliare, Pietro non parte. Un segno che ci aiuta a riconoscere la presenza del Risorto è il perdono, perché lo spirito che Gesù dona è uno spirito di perdono. Chi di noi avrebbe affidato un “incarico” a Pietro, così come invece ha fatto Gesù? Se non perdoniamo e non ci perdoniamo, quale Cristo andiamo ad annunciare? Attirare gli altri è difficile se non viviamo il perdono e la gioia del perdono.

Tommaso forse può essersi trovato proprio in questa situazione. “Abbiamo visto il Signore? Senti chi lo dice!”, avrà pensato Tommaso. Lo sappiamo, è detto “Didimo”, ovvero doppio. Un po’ come noi. Un po’ crede, un po’ no. Anche nella sua comunità, un po’ c’è, un po’ no. Per credere non gli basterà la testimonianza degli altri, solo l’incontro personale con il Signore trasformerà il suo cuore.

“La sera di quello stesso giorno”, comunque tutti si trovano di fronte a un sepolcro aperto e a un cenacolo chiuso per paura dei giudei. Anche noi davanti alla resurrezione possiamo chiudere le porte del cuore. Ma Gesù non si rassegna. La prima cosa che il Risorto porta è la pace. Questo è il profumo della sua presenza. Quando gli apostoli comprendono questo, che le ferite della croce e della vita non sono state inutili, entrano nella gioia.
Sì, per giungere alla fede, per camminare da risorti, dobbiamo fare un percorso di guarigione da alcune ferite. Occorre compiere questo percorso di guarigione. E non lo si può fare da soli, perché “risorti” è una parola plurale!

E allora, coraggio, ti va di dare un’occhiata alle “porte” del tuo cuore, della tua Associazione e della tua Comunità? Ti va di farti un giretto?
La Maddalena, Pietro, Giovanni, Tommaso … di chi ti senti più “gemello”?
Il “profumo” della Sua presenza … verso cosa, verso chi porta … per ritrovarLo?

 

 

* presidente diocesano Ac Nardò-Gallipoli

 

 

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