Principale

Tre giornate di “passione”

riflessioni e materiali delle due giornate formative unitarie
di Piergiorgio Mazzotta*

Quando in presidenza abbiam deciso il titolo di queste prime giornate formative non immaginavo di vederlo realmente incarnato, prorompente ed immediato, nel turbinio di emozioni, volti, sguardi, abbracci, preghiere, confronti e racconti che ci ha letteralmente attraversato sin dal primo appuntamento dell’8 settembre, festa della natività della Beata Vergine Maria.

E’ stata Lei ad aprirci la strada. Sul suo esempio, la sua disponibilità è stata anche la nostra, perché è così che ci vuole il Signore, disponibili alla sua chiamata. Disponibili, non perfetti.

Il presupposto è incoraggiante, certo, ma lo sappiamo, resta di non facile attuazione. Per essere a Lui disponibili, dobbiamo fargli spazio, dobbiamo scavare, scavarci. Sì, dobbiamo scavarci dentro.

E noi, in entrambi gli incontri “gemelli” di sabato 8 e domenica 16, lo abbiamo fatto. O almeno ci abbiam provato, nella prima parte della mattinata.

Inizialmente in adunanza plenaria, con la “pala” dell’icona biblica di questo nuovo anno associativo (Lc 10,38-42 – “Di una cosa sola c’è bisogno”), sapientemente maneggiata, nelle due giornate, dai nostri Assistenti, rispettivamente, unitario e ACR, don Tony Drazza e Don Fabio Toma.

Successivamente in altri due momenti, uno personale ed un altro ancora divisi in piccoli gruppi. Ora, magari, con Te che stai leggendo …

  • Qual è la cosa di cui hai bisogno ora, per te, per la tua vita? Quale nutrimento stai cercando per rimanere in piedi nella tua vita ordinaria?
  • Spesso anche tu sei preso “dai molti servizi”. Sei stanco, affannato, senza più nessun briciolo di entusiasmo. Che cosa vuoi fare? Come intendi ridare senso alle cose che fai?
  • Che “casa” troverebbe Gesù? Cosa saresti in grado di presentargli? Dopo qualche anno di servizio associativo cosa pensi che potresti presentare a Gesù che viene da te?
  • Quanto il servizio in Ac ha aumentato la tua fede? Sei diventato più credente o sei diventato più capace di organizzare delle cose?

Così, continuando a volteggiare a cuore aperto proprio sul servizio in Ac, si è planati, nuovamente tutti insieme, verso il pranzo fraternamente condiviso, passando dal rinnovato impegno a custodire un’associazione numericamente in crescita, sì, ma solo di ragazzi, alla presentazione corale, a più voci, delle linee programmatiche unitarie da parte della nuova, ricostituita, presidenza diocesana.

Tanti sono stati gli spunti proposti, tutti incentrati sullo stimolare gli adulti dell’associazione a essere generatori e attrattori nei confronti di altri adulti, attraverso la cura della vita e delle persone, con cinque prospettive d’impegno trasversali: Affettività, Genitorialità, Coniugalità, Laicità e Spiritualità.

La conclusione, nel pomeriggio, è stata tutta per i lavori di gruppo, Presidenti-Segretari-Amministratori, Settori, Movimenti ed Articolazione, con attività di racconto, studio e laboratorio.

Ma le giornate di “passione” non son finite qui! Tra quelle di sabato 8 e domenica 16, c’è stata la terza, venerdì 14, di incontro della presidenza diocesana con Assistenti parrocchiali e preti giovani.

Un momento di reciproca attenzione voluto in mezzo agli altri due formativi, con già all’orizzonte il prossimo ritrovo, a maggio 2019, con anche i presidenti parrocchiali, per testimoniare la postura ecclesiale che vuole e che deve assumere la nostra Ac diocesana. Perché lo crediamo fermamente che se non è intrecciato alla Chiesa, il tralcio dell’Ac è un tralcio secco.

Ed è stato veramente bello ritrovarsi con una trentina di guide spirituali, tra le quali anche S.E. Mons. Fernando Filograna, per raccontarsi l’Ac e per confrontarsi su come l’Ac possa aiutare le nostre parrocchie ad essere luoghi belli di fraternità ed accoglienza.

Davvero prezioso, in questo senso, è stato il contributo del nostro Vescovo che ha invitato da un lato l’Ac, diocesana e parrocchiale, a saper ascoltare di più, curando particolarmente la formazione dei formatori – dobbiamo essere gente che prende la Parola e la parola (… ma senza tuttavia parlare troppo!) – per qualificare la propria identità cristiana e associativa, dall’altro gli Assistenti a riflettere ed a considerare su come l’attuale momento storico si configuri proprio come “l’ora dei laici” che, pertanto, devono essere coinvolti e a loro volta coinvolgersi.

Esattamente da questa voglia di mettersi in gioco, dunque, intendiamo ripartire tutti insieme. Con passione vera, concreta, esistenziale e non emozionale, su percorsi forse impervi, ma comunque sempre di “vita buona”.

*presidente diocesano

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