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Un “NOI” generativo: camminando s’apre cammino …

 

di Piergiorgio Mazzotta*

 

Sabato pomeriggio, 11 giugno, ad Alessano, abbiamo concluso il percorso annuale di tre incontri programmato nei nostri Orientamenti diocesani 2021/2022, pensato e voluto per rafforzare il nuovo Patto Educativo globale alla luce di “Un NOI Generativo” costituito dai Consigli nazionali di Azione cattolica e AGESCI.

Inizialmente, Consigli diocesani, presidenti e membri dei consigli parrocchiali delle Ac di Nardò-Gallipoli e di Ugento-Santa Maria di Leuca insieme a Comitato AGESCI e Capi gruppo della Zona Lecce Ionica, ci siamo tutti ritrovati presso il Monastero della SS. Trinità delle Clarisse Cappuccine.

Al termine della preghiera iniziale ci ha accolti Madre Chiara Veronica che, a proposito del nostro voler camminar insieme, ci ha invitato a riflettere sulla fraternità, anzi, per meglio dire, sulla sororità di Santa Chiara, una delle prime espressioni di relazione che potremmo definire dalle caratteristiche sinodali.
La Santa d’Assisi amava descriversi con un’espressione particolare: “io, Chiara, una con le mie sorelle”. A testimonianza del fatto che la comunità “clariana” non era un “luogo” in cui c’era un capo e a seguire tutta una serie di sudditi che eseguono gli ordini, ma uno stare in cerchio nella corresponsabilità, dove ciascuna sorella era responsabile del proprio cammino e di quello delle altre sorelle. Lo strumento usato praticamente, chiamato “adunanza fraterna”, era quello delle sorelle insieme raccolte, che insieme decidevano dell’andamento del Monastero. Tutte quante, nessuna esclusa, dalla più grande alla più piccola venivano ascoltate perché, affermava Santa Chiara, a volte lo Spirito si manifesta nella più piccola, nell’ultima entrata, nella più fragile.
Questa “regola”, vero e proprio segno profetico, ancora oggi è un’ardua sfida perché camminare insieme, nel rispetto della propria unicità ma con gli altri, non è una cosa facile. C’è l’atavica paura di perdersi, di essere sopraffatti. Tuttavia il cammino a noi è richiesto non è quello di porsi uno contro l’altro, bensì uno di fronte l’altro. Per essere sostegno uno per l’altro. Occorre imparare a camminare insieme rispettando le proprie peculiarità e allo stesso tempo ascoltando le esperienze dell’altro. Questa è anche la via per costruire la pace. I conflitti grossi nascono dai conflitti piccoli. Non si arriva ai carri armati istantaneamente. Anche per questo è importante imparare a stare con l’altro senza – come diceva Don Tonino – dominazione, né sopraffazione, ma riconoscendo nell’altro la dignità dei figli di Dio e facendo un passo indietro. Sì, per stare in cerchio occorre fare un passo indietro. Solo se fai un passo indietro gli altri possono entrare nella circolarità.

In quella circolarità che davvero ha preso mossa, subito dopo, in un cammino a piedi, di circa tre chilometri, durante il quale ci si è mescolati per “con-frontarsi”, ovvero per porsi “uno di fronte all’altro” proprio alla maniera di Madre Chiara Veronica, per provare a capire insieme come poter costituire un “noi” generativo anche nelle nostre realtà locali, sociali ed ecclesiali.

La condivisione unitaria finale presso la tomba del nostro Don Tonino. A lui, venerabile cantore della bellezza dell’essere in comunione pur restando distinti, a immagine della SS. Trinità – solennità liturgica della Domenica di cui già ne respiravamo il profumo – abbiamo voluto affidare tutto il nostro impegno e la nostra voglia di continuare a collaborare insieme per il bene dei ragazzi che ci sono affidati, verso l’unica meta comune che è Cristo.

Perché “Camminando s’apre cammino”, scriveva Arturo Paoli. E noi, ne siamo sicuri. Un piccolo, piccolissimo, passo di cammino verso il Paradiso, ad Alessano l’abbiamo aperto.

 

* presidente diocesano Ac Nardò-Gallipoli

 

 

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