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Oltre le apparenze… – Verso una nuova primavera

di Giorgia e Chiara

Pubblichiamo i racconti dei giovani della Parrocchia “Santa Famiglia” in Matino che, nelle prossime domeniche e giorni santi, parleranno della vita e della loro fede in questo momento difficile in attesa della rinascita pasquale, un grande dono per sentirsi insieme un po’ più vicini anche se lontani.

Oltre le apparenze

Rileggendo il Vangelo di oggi che vede tra i protagonisti Lazzaro, riflettevo quanto per l’uomo sia importante la vita quando la vede minacciata. Sprofonda nell’angoscia, nella tristezza e si aggrappa a qualsiasi cosa pur di non lasciarsi andare.

Nel Vangelo di oggi Marta e Maria ce lo insegnano, perché fanno questa esperienza quando si accorgono che il loro fratello sta per morire. Ed è questo anche l’ animo di tutti noi in questi giorni. Giorni cupi, tristi, di angoscia.

È un po’ quello che stiamo vivendo: giorni tra sirene di ambulanza e notizie terrificanti alla TV. E allora ci si chiede come poter andare avanti, come poter continuare a sperare?

Leggendo questo Vangelo, ci possiamo accorgere come molte persone sperino in Gesù, ma allo stesso tempo ci si accorge che molte altre non si fidano. Gesù è bontà, misericordia. Gesù è la vita!

Le sorelle di Lazzaro hanno avuto la fortuna di conoscere il Maestro, infatti il loro primo pensiero davanti alla morte imminente del fratello è andato proprio a Lui! Io credo che anche il nostro pensiero deve essere legato a Gesù in questi giorni di sofferenza, di terrore, di panico. Giorni in cui siamo privati della nostra quotidianità, giorni di “mancanze” e di desideri interiori. Ma giorni che ci stanno insegnando tanto, a capire chi tiene a noi, e chi no.

E allora mi auguro che alla fine di tutto questo, possiamo essere delle persone nuove, persone rinate grazie a quella Speranza che non ci ha permesso di mollare.

Giorgia


Verso una nuova primavera

Eravamo delle biglie scure che vagavano come schegge impazzite, eravamo ingabbiati nella logica della produttività, del successo a tutti i costi, di un’esistenza  “da copertina” e soggiogati dalla nostra voglia di apparire e fare tutto in tempi record.

All’improvviso, un virus, un veleno, si è insinuato nelle nostre vite e ha scompaginato le nostre certezze, siamo obbligati a fermarci! Così, ci ritroviamo a vivere in una bolla di vetro, fragile, trasparente, che ci costringe a mostrarci “senza filtri” e ci obbliga a far vedere agli altri, sì, ma soprattutto a noi stessi, ciò che la quotidianità aveva opacizzato. Siamo in apnea, paralizzati, sperimentiamo paura, angoscia, tristezza, ma il silenzio surreale che ci circonda, il lento incedere del tempo e questa sensazione di blocco stridono fortemente con il sole primaverile, il cielo limpido e l’immagine di una natura che si risveglia.

Gli alberi con le foglie rigogliose inducono a pensare che, mentre l’uomo è “in pausa”, la natura scorre, la primavera è in arrivo.

Da qui nasce una riflessione: le piante per poter allontanare i segni dell’inverno hanno certamente bisogno di acqua e luce, che vengono forniti dall’esterno, ma portano dentro di sé un “verde naturale”, senza il quale molta della bellezza che vediamo non sarebbe possibile; forse questo vale anche per noi?

Sì, ce lo insegna la Quaresima/quarantena che stiamo vivendo e il Vangelo che ci sta accompagnando ogni domenica.

Siamo stati nel deserto, ma le tentazioni di Gesù, così come le nostre, sono partite da un “bisogno” che ci portiamo dentro e non abbiamo ascoltato, troppe volte lo abbiamo messo a tacere e lasciato che fosse oscurato dai lunghi inverni. Questa volta, invece, non andrà così! «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Siamo anche noi delle pianticelle vive, che stanno preparando il loro risveglio, portando ciò che avevano dentro, aiutate, proprio come la Samaritana, dall’acqua viva, non quella del pozzo di Giacobbe, bensì l’acqua che diventerà in noi “sorgente che zampilla”.

La nostra Luce, invece, arriva, proprio come per il cieco nato, «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe» – che significa Inviato. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva.”; le nostre esistenze imbrigliate nell’oscurità hanno riconosciuto la Luce che ha ci ha aperto gli occhi.

Non è vero quindi che siamo bloccati mentre la natura è in divenire, ci stiamo muovendo perché stiamo partecipando ad una ri-nascita; come per Lazzaro, quel «Togliete la pietra!» romperà i nostri involucri di vetro e ci porterà ad essere piante vive di una nuova primavera.

Chiara

 

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