di Stefania Pagano*
Questo silenzio, questo isolamento ma soprattutto questa Quaresima senza poter celebrare la Santa Messa mi ha richiamato il Sabato Santo. Un Sabato Santo lungo una Quaresima. Il giorno del silenzio di Dio come questa Quaresima della mancanza, dell’assenza di Gesù Eucaristia che viene a visitare i nostri cuori, del vivere la Comunione e fare comunione nelle nostre Chiese. Un tempo “senza”; senza riti, senza sguardi, senza abbracci.
Dopo un momento di smarrimento mi sono chiesta come fare a vivere questo Sabato Santo lungo quanto una Quaresima?
Allora si comincia la mattina con la preghiera, la meditazione sulla Parola e tutto prende significato. La Quaresima è il tempo provvidenziale dal quale dobbiamo uscire vittoriosi contro il male, tempo di preghiera, di rinuncia, di carità.
E’ vero sono giorni in cui sto vivendo come dire “appesa” perché il mio sposo è tecnico radiologo e incontra tanti pazienti. Allora quarantena assoluta con le mie tre figlie. Rinunciamo anche a vedere i miei genitori per non arrecare danno a nessuno qualora dovesse verificarsi il contagio.
E la carità: come si fa da casa? Allora ripercorro con la mente e con gli occhi le strade del mio vicinato e del territorio parrocchiale per ricordare se c’è qualcuno che vive solo e avrebbe bisogno di aiuto. E mentre cerco di ricordare mi telefona una signora anziana vicina della casa dove abitavo fino ad otto anni fa e mi dice che dalla sua finestra vede il manifesto di una persona del vicinato deceduta. Aveva solo una sessantina di anni. Ha vissuto una vita al limite, alla periferia, una vita senza tutto ciò di cui noi siamo circondati: affetto, figli, un pasto da condividere, un lavoro. Una vita fatta di scelte che lo hanno bloccato in quel limbo dei dimenticati. Il mio pianto allora si fa preghiera affinchè la solitudine che ha vissuto in vita e anche in morte sia l’offerta che la sua anima dona al Signore.
Dopo qualche ora chiamo una nostra socia per sapere come sta il marito gravemente ammalato e ricoverato in ospedale da alcuni giorni e, a fatica, mi dice con la voce rotta dal pianto, che non può andare neppure a fargli visita per le nuove norme. E il mio cuore fa fatica ma non si arrende.
E ricordo, richiamo al cuore e alla mente. Il mio ricordo di volti si sofferma al mio gruppo di adultissimi e allora propongo al Consiglio parrocchiale di A.C. l’iniziativa “Come stai?”.
Ogni consigliere telefonerà a 5-6 adultissimi per far sentire la sua vicinanza e penserà anche alle persone che abitano sulla propria strada, nel proprio vicinato e fare mente locale se c’è qualcuno che è solo e ha bisogno. Ogni sabato pomeriggio gli educatori Acr manderanno un audio con la propria voce e un video del Vangelo della Domenica ai bambini e ai ragazzi e faremo sentire che stiamo pensando a loro e alle loro famiglie Allora questo Sabato Santo lungo una Quaresima si riempirà di silenzio meditato, ascoltato e parlato, pregato e amorevole, sabato di deserto e non di desolazione, per essere come Gesù tante sorgenti di acqua viva.
* consigliere diocesano, presidente di AC Parrocchia S. Maria ad Nives in Copertino
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